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Partnership al progetto


Il giorno 16 gennaio è avvenuta l’intervista via meet  a Valeria Messina , responsabile centro antiviolenza“Paola Lattes” gestito dall’Associazione Nazionale Telefono Rosa-ODV

-Innanzitutto volevo ringraziarti della disponibilità per questa intervista. Di cosa ti occupi nello specifico?

- Figurati, grazie a te per la proposta. Io mi occupo di coordinare l’equipe, svolgo colloqui con le donne accolte, redigo relazioni per i tribunali e sostengo percorsi di fuoriuscita dalle violenza delle donne accolte, inoltre mi occupo dell’area prevenzione , coadiuvando le attività all’interno delle scuole e la formazione di docenti e personale scolastico.

-  Di norma qual è la procedura che avviene per la messa in sicurezza di una donna?

-l’iter sarebbe che la donna accede al CAV, se si avvisa una situazione di emergenza viene inserita all’interno di una casa rifugio a seguito di un percorso in casa rifugio in caso non abbia acquisito l’autonomia necessaria verrà inserita in una struttura di secondo livello, cioè la casa di semiautonomia.

- In queste strutture non c’è più una segretezza elevata come nelle case rifugio?

-Tendenzialmente quello che si cerca di fare anche per quello che riguarda il decreto per il tribunale dei minorenni è quello di segretare l’indirizzo della casa, è evidente che la donna passa in casa rifugio fino a un massimo di 18 mesi, il che vuol dire che quando arriva nella semi-autonomia è senza dubbio in un momento più tranquillo e non di emergenza rispetto alla casa rifugio. Tanto che nelle case semiautonomia c’è un’operatrice la mattina e una il pomeriggio ma non h 24

-all’interno di questo strutture è possibile che ci sia la compresenza di servizi aperti al pubblico?

-tu che cosa immagini?

-Ad esempio nel mio progetto ho previsto servizi sia per le donne ospitate ma anche servizi aperti all’esterno, ossia un caffè letterario, un minimarket e dei laboratori ad esempio di giardinaggio o di pittura.

- Calcola che nella maggior parte dei casi vengono messi a bando appartamenti legati alla mafia quindi ad esempio le nostre case di semiautonomia sono degli appartamenti dentro a dei palazzi.

- Quindi sono presenti altri servizi?

- Sicuramente si, così come presenti altri inquilini. A meno che non c’è un luogo consono che lo permetta come ad esempio in case rifugio fuori Roma. Però tendenzialmente quelle che sono a Roma sono appartamenti dentro palazzi. Non dobbiamo immaginare il contesto delle case rifugio come un qualcosa che “gettizza” ma come una nuova apertura verso la società. La donna  infatti viene inserita in una struttura di un municipio molto lontano da quello di residenza, e ciò serve a consentire alla donna di riavvicinarsi alla società, a riaprirsi al mondo circostante, di uscire, cercare un nuovo lavoro, ma in un contesto in cui ci sia meno possibilità che incontri il violento. Se il compagno della donna d esempio fa l’autista ATAC e gira per il quartiere della donna è ovvio che queste sono le informazioni in più per far sì che la donna eviti di sentirsi dentro a una prigione ma piuttosto che ricominci la sua vita. L‘intento fondamentale è che loro si sentano sicure e protette, e quindi che posssano andare a prendere un caffè al bar ma dove ci siano altre persone, devono aprirsi alla socialità. Tendenzialmente la donna che esce dalla violenza è molto isolata.

-Quindi una donna che vive in uno di questi appartamenti può liberamente scendere al piano di sotto dove si trova una caffetteria o un negozio?

- assolutamente si

- Come servizi invece dedicati alle donne e quindi di pertinenza alla casa di semiautonomia ti sembrano consoni ad esempio un asilo nido, un laboratorio artistico, uno sportello con uno psicologo e un’area legale?

-si, sono tutti servizi che di norma vengono inseriti all’interno delle case rifugio. E’ molto importante anche avere degli spazi comuni , in quanto la condivisione degli spazi con altre donne favorisce l’auto- aiuto tra le ospiti, ma anche la capacità di creare solide e fruttuose amicizie, che potranno poi costituire punto di forza per il futuro.

-perfetto sei stata gentilissima e molto chiara.

- grazie a te, se andrà avanti il progetto e altre evoluzioni facci sapere.

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Imprinting Sperlonga è il luogo della mia infanzia, delle lunghe estati spensierate passate con gli amici e in compagnia della mia famiglia. Fu il primo mare che vidi, avevo appena due mesi, non posso ricordare quel momento, ma i miei primi ricordi si trovano lì, e ad oggi ogni volta che mi ci reco, questi riaffiorano, ed è come guardarli in un film. I miei genitori comprarono casa lì per passarci le estati, e poco dopo fece così anche mia zia, così passavo le giornate al mare con i miei cugini, a giocare con la sabbia e a fare bagni infinti fino al tramonto. Probabilmente associo questo luogo ai pochi ricordi che ho dei miei genitori insieme, prima che si separassero, qualche anno dopo. Ricordo le cena a casa con i miei zii e i miei cugini, in quel terrazzo non ampissimo, ma abbastanza grande da poterci cenare comodamente 8, e le passeggiate al borgo, dove l’elemento immancabile era la bomba fritta alla nutella, che ancora oggi, ogni volta che torno, è per me tappa fissa. I miei